MF Sicilia discute con Giovanni Lo Storto di liberalizzazioni
Assetati di lavoro e di opportunità come sono, sicuramente i giovani siciliani hanno accolto bene la novità legislativa contenuta nel cosiddetto «decreto liberalizzazioni» sulle società a responsabilità limitata semplificate (ossia quelle con il capitale minimo di un euro per gli under 35 anni) e a capitale ridotto (over 35). Un’idea che era stata proposta per la prima volta dall’associazione Italia-Camp, nata in seno alla Luiss «Guido Carli» di Roma e che sicuramente ha sfondato. Sono infatti 2.941 le srl semplificate costituite in Italia nei primi quattro mesi dalla loro introduzione nell’ordinamento giuridico (dal 29 agosto 2012) e 1.221 le srl a capitale ridotto costituite in sei mesi (dal 26 giugno 2012). In totale si tratta di 4.162 imprese costituite attraverso i due nuovi modelli societari introdotti rispettivamente dal decreto liberalizzazioni e dal decreto sviluppo convertito nel mese di agosto. Per quanto riguarda la Sicilia (quarta regione in Italia, dopo Lazio, Campania e Lombardia, con 347 nuove società complessive), abbiamo 273 semplificate e 74 a capitale ridotto, per un totale di 347 srl. Su tutte le province spicca Catania, con 67 semplificate e 14 a capitale ridotto (81 in totale), seguita da Messina (53 e 6) e Palermo (41 e 11).
Del nuovo scenario venutosi ad aprire per l’imprenditorialità dell’isola, MF Sicilia ha parlato con Giovanni Lo Storto, vicedirettore generale della Luiss, referente dell’ateneo per tutte le attività che riguardano start up e innovazione. «Il boom di srl semplificate e a capitale ridotto costituite nei primi sei mesi di vita di questa nuova formula societaria», spiega Lo Storto, «dimostra l’adeguatezza dell’intuizione inserita nel decreto sulle liberalizzazioni, che prevede una modalità molto vantaggiosa per consentire più concretamente e con minori vincoli burocratici agli under 35 di avviare una nuova impresa». Ma la logica del decreto sulle liberalizzazioni non è certo quella di incitare i ragazzi all’avventura, tutt’altro. «Per incoraggiare i giovani a puntare sui propri talenti e a lavorare con tenacia per la valorizzazione delle proprie passioni in una chiave professionale che sia di successo», prosegue Giovanni Lo Storto, «è necessario prima di tutto prepararli a essere competitivi attraverso una intelligente attività formativa, ma occorre anche renderli consapevoli che il «posto fisso» non appartiene più al lessico cui si possa serenamente far riferimento, mentre questo momento, contrassegnato da una profonda crisi su più livelli, è proprio quello di reagire, anche sperimentando formule che vadano oltre i tradizionali percorsi lavorativi».
Ovvio che una strada percorribile è certamente quella di avviare una propria attività imprenditoriale e, evidenzia Giovanni Lo Storto, «i dati dimostrano proprio l’esistenza tra i giovani di un enorme fermento in questo senso, che noi, come formatori e «ponte» tra il mondo dello studio e quello del lavoro, abbiamo il dovere di riconoscere, impegnandoci al massimo per favorire una trasformazione di questo afflato in reali occasioni di opportunità per ciascuno di cogliere la propria chance». Anche perché, conclude l’esponente della Luiss, «per fare realmente innovazione non ci vogliono solo capitali. Ci vogliono le idee. E le idee nascono dalla curiosità, dalla formazione, dalla preparazione, dal confronto»,
FONTE: MF Sicilia
AUTORE: Carlo Lo Re