Consumo di acciaio in fase calante, Gianpietro Benedetti spiega le nuove strategie del gruppo
Da un lato la certezza che il consumo di acciaio, e quindi la domanda mondiale di nuove acciaierie, è destinato a una lunga fase calante. Dall’altro la volontà di consolidare un fatturato che nell’ultimo bilancio, quello chiuso al 30 giugno 2013, ha sfiorato i 2,8 miliardi di euro, con un utile di 182 milioni. Tra le scelte che dovranno consentire al gruppo Danieli di centrare l’obiettivo, confermandosi tra i leader mondiali nel settore dell’impiantistica siderurgica non c’è soltanto un costante investimento su ricerca, innovazione tecnologica e formazione. Tra le chiavi strategiche anche una diversificazione produttiva che punta con sempre maggiore decisione sul mercato dell’impiantistica per alluminio. Mercato nel quale il colosso di Buttrio punta già quest’anno a un giro d’affari vicino ai 200 milioni di euro, quasi il 10% del fatturato della capogruppo, ma con prospettive di poter raggiungere a regime i 400-500 milioni. Ad annunciarlo il presidente di Danieli Gianpietro Benedetti, in occasione del primo Alutech forum, il seminario sull’alluminio che ha richiamato nel quartier generale di Buttrio 150 manager e tecnici del settore, in rappresentanza di 73 aziende e 36 Paesi di tutto il mondo.
L’impegno nel settore dell’alluminio – partito quasi in punta di piedi attraverso una serie di acquisizioni in Europa tra cui quella della tedesca Froehling – è destinato nei piani del gruppo a una costante espansione, sull’onda di una domanda crescente grazie al traino dell’aereonautica e dell’automotive. Da qui l’idea di un evento che punta a dare la massima visibilità all’offerta di Danieli nella progettazione e messa in servizio di impianti per prodotti piani e lunghi in alluminio. «A partire dal 2014 – spiega Gianpietro Benedetti – il portafoglio ordini dell’impiantistica (oltre 3 miliardi, ndr) inizierà inevitabilmente a risentire della minore domanda di acciaio a livello mondiale. L’alluminio è parte della strategia che stiamo mettendo in campo per compensare il calo». Strategia che non prevede un disimpegno dall’Italia, come potrebbe far pensare il fatto che il 55% degli 11.000 dipendenti Danieli lavora in Asia. «I problemi dell’Italia – dichiara il presidente – restano gli stessi di sempre: una pressione fiscale troppo alta e che rischia di diventare insostenibile, una spesa pubblica che andrebbe non soltanto ridotta, ma anche resa più efficiente, un contesto che in generale non è "industrial friendly". Alla politica il compito di trovare le soluzioni per dare nuove prospettive e una speranza a questo Paese. Danieli, da parte sua, continuerà a lavorare per mantenere in Friuli la testa del gruppo, un obiettivo che richiede un costante investimento teso ad aumentare l’intellettualità media del nostro Paese e del nostro territorio». In questa direzione, oltre all’assunzione di ottanta giovani ingegneri, anche il completamento del nuovo centro ricerche di Buttrio, che verrà ufficialmente inaugurato questo sabato, nove giorni prima dell’assemblea di approvazione del bilancio 2012-2013, convocata per martedì 28 giugno.
FONTE: Il Gazzettino
AUTORE: Riccardo De Toma