Martedì 23 marzo la nave Ever Given si è incagliata nel Canale di Suez, a causa di una tempesta, bloccando quella che è considerata la rotta commerciale più trafficata del mondo.
Il 50% del traffico del Canale di Suez è composto da navi container e da petroliere e l’interruzione della navigazione in entrambe le direzioni sta quindi causando problemi alla catena di approvigionamento, già gravemente compromessa dalla pandemia. Nonostante l’attuale crisi economica, i passaggi attraverso il Canale sono stati colpiti in modo limitato dalle conseguenze del Covid-19, lo scorso anno sono stati registrati circa 18.829 transiti totali con oltre un miliardo di tonnellate di merci. Il 2020 è stato “il terzo anno più ricco nella storia del Canale” con ricavi pari a 5,61 miliardi di dollari.
Nel 2019 Suez ha compiuto 150 anni dalla sua inaugurazione avvenuta nel 1869 e da allora è rimasto il più lungo stretto artificiale del mondo e uno dei quattro più importanti chokepoints (o colli di bottiglia) strategici per i flussi commerciali marittimi, insieme al Canale di Panama, allo Stretto di Hormuz e allo stretto di Malacca. Rappresenta la rotta diretta per trasportare le merci dall’Europa all’Asia e viceversa, senza dover circumnavigare l’Africa, proprio perché collega il Mediterraneo con l’Oceano Indiano, di conseguenza il suo blocco sta fermando il 12% del commercio globale e il 40% dell’import/export marittimo italiano.
La Ever Given della compagnia di navigazione taiwanese Evergreen Marine Corp. è in grado di trasportare fino a 20 mila container ed è una delle più grandi navi portacontainer del mondo, con un peso di 200 mila tonnellate e una lunghezza di 400 metri per 59 si è arenata bloccando il canale per la sua intera larghezza. Ieri un altro tentativo di spostare il mezzo non è andato a buon fine e visto che gli interventi di rimozione sono più lunghi del previsto ci vorranno ancora giorni, se non addirittura settimane per liberare Suez. Il 28 marzo arriveranno altri due rimorchi in aiuto, per disincagliare la nave è previsto anche l’arrivo della Smit Salvage, la società olandese che è intervenuta durante il recupero della Costa Concordia naufragata in Italia davanti all’Isola del Giglio nel 2012.
Attualmente ci sono circa 237 mezzi fermi tra navi cariche di veicoli, cargo per merci, petroliere (con circa 10 milioni di barili a bordo) e navi-cisterna che trasportano materiale chimico. Il blocco in entrambe le direzioni sta compromettendo la consegna dell’oro nero e di tutti gli altri numerosi beni presenti sulle imbarcazioni.
Se il blocco proseguirà, come già previsto, ci saranno conseguenze non solo sui prezzi del petrolio e della benzina, ma anche su quelli delle spedizioni e delle merci trasportate via mare che sono destinati a subire un aumento.
Gli esperti stimano che l’interruzione del canale di Suez stia costando lo stop di più di 9 miliardi e mezzo di dollari di merci al giorno.