Confrontarsi e dialogare con i giovani nati tra il 1997 e il 2012, la cosiddetta GenZ, è secondo Pietro Labriola una valida strategia per guidare il passaggio generazionale e creare valore all’interno di un’azienda.
L’Amministratore Delegato di TIM lo ha affermato nel corso del Festival dell’Economia di Trento, nell’ambito del quale si è soffermato a parlare dell’argomento con una studentessa esponente della GenZ, riconoscendo l’importanza del dialogo in azienda, che sia questo tra azionisti, stakeholder o le generazioni che lavorano nella stessa realtà. “Credo molto nel dialogo: è un elemento importante e che unisce, e che noi dobbiamo continuare a seguire”, ha dichiarato Pietro Labriola.
Quanto alle nuove generazioni, l’AD afferma che queste hanno valori e dinamiche diverse che andrebbero comprese, anziché cercare di imporne loro delle altre. “L’esercizio più difficile sarà coniugare valori ed esigenze di vecchie e nuove generazioni”, ha sottolineato l’AD, ricordando tra l’altro che proprio in TIM coesistono le necessità dei 25enni con quelle degli over 50.
Tra i valori più cari ai giovani ci sono quelli legati alla sostenibilità e all’inclusione. “Le nuove generazioni credono fortemente nei valori ESG”, ha sottolineato Pietro Labriola, che ha poi evidenziato come per entrare nel loro spirito sia necessario crederci davvero. Aprirsi al dialogo con i giovani porta dunque valore all’azienda perché “aiutano a comprendere queste dinamiche e a fare nostri questi valori”, gli stessi d’altronde che guidano ormai un mercato sempre più attento alle emissioni di CO2 e all’inclusione sociale. “Penso che sia uno degli elementi fondamentali in ottica prospettica per rendere le nostre aziende sempre più adatte ai cambiamenti di mercato”, ha concluso l’AD.
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