Palazzo Ravasio è attualmente oggetto di un progetto di rivalorizzazione volto ad adeguare il complesso ai più alti standard in materia di sostenibilità. La società che ha preso in carico l’operazione è The Residenze, realtà specializzata nel settore immobiliare residenziale di alta gamma e guidata da Antonio Franchi, che ha maturato competenze nel campo “green” dell’edilizia, accompagnando il comparto nella transizione ecologica. Uno dei suoi obiettivi più ambiziosi in tal senso è quello di riuscire a realizzare edifici a “triplo zero”, sarebbe a dire a zero emissioni, a zero consumo di energia e con zero residui.
Al momento, insieme al suo team, Antonio Franchi sta lavorando per trasformare lo storico Palazzo Ravasio di Verona in un edificio sostenibile in cui si fondano lo stile e l’eleganza con la sostenibilità e l’innovazione. La storia di Palazzo Ravasio risale al 1924, anno in cui il terreno dove oggi sorge il Palazzo venne acquisito dall’ingegnere Giuseppe Ravasio. Alla cifra di 560.000 Lire, l’ingegnere divenne così proprietario anche del fabbricato di 77 vani che si ergeva al suo interno, in Lungadige Campagnola. I lavori per la realizzazione del palazzo veronese dallo stile monumentale iniziarono negli anni ’30, dopo che l’edificio preesistente venne demolito. Da allora, le antiche mura del complesso sono sopravvissute agli orrori della guerra, e in particolare ai bombardamenti tedeschi del 1945, rimanendo perfettamente intatte fino al presente. La sfida che oggi Palazzo Ravasio deve affrontare è altrettanto ostica: diventare un edificio green per contrastare il cambiamento climatico. Per far sì che questo accada, Antonio Franchi segue una serie di linee guida che guardano all’edilizia come a un qualcosa che è incentrato sulla persona piuttosto che sull’edificio, e soprattutto che sia attento agli aspetti economici, sociali ed ambientali. Questo è possibile effettuando un insieme di scelte consapevoli che riguardano tutte le fasi del processo di realizzazione o, come nel caso di Palazzo Ravasio, rivalorizzazione dell’edificio: dalla scelta dei materiali all’impiantistica. Si prediligono ad esempio materiali non nocivi, ancora meglio se rinnovabili e rigenerabili, come potrebbero essere il bambù e la canapa; ci si affida allo sfruttamento passivo delle energie, quindi all’installazione di pannelli solari; le risorse non rinnovabili vengono invece impiegate solo se strettamente necessarie, riducendo al minimo il loro utilizzo. Questi e tanti altri “accorgimenti” sono alla base dell’edilizia sostenibile e della nuova versione di Palazzo Ravasio.