La crisi pandemica e quella economica hanno mostrato ai cittadini europei “i vantaggi nell’affrontare uniti i momenti più problematici della nostra recente storia, aprendo la strada alla creazione di un diritto europeo dell’emergenza o addirittura, secondo alcuni, ad una riforma dei Trattati che tenga conto delle nuove sfide che il nostro continente deve essere pronto ad affrontare”: lo sottolinea Paola Severino, Vice Presidente dell’Università Luiss Guido Carli, nell’editoriale scritto in occasione della Conferenza per il Futuro dell’Europa, la cui prima sessione plenaria si è tenuta nei giorni scorsi a Strasburgo. “Vi hanno partecipato autorevoli esponenti dei Parlamenti nazionali, membri del Parlamento europeo, componenti della Commissione e del Consiglio d’Europa e rappresentanti dei cittadini di ognuno degli Stati membri”, spiega nell’editoriale pubblicato lo scorso 28 giugno su “Repubblica”. Ed è quest’ultima componente, secondo la Vice Presidente dell’Università Luiss, a rappresentare “la novità più significativa dell’assetto che si è voluto dare all’organismo chiamato a promuovere e proporre le riforme volte ad adeguare l’Europa alle esigenze attuali, profondamente segnate dai cambiamenti socio-economici a quasi venti anni dal Trattato di Lisbona, fortemente connotate dai problemi del post-pandemia, pericolosamente minacciate da ideologie antidemocratiche”.
La decisione di inserire rappresentanti della società civile tra i componenti dell’Assemblea per alcuni è sfidante, per altri “addirittura pericolosa”. Ma c’è anche chi la considera “idonea ad avvicinare le persone ad una Comunità che molti considerano troppo lontana dai bisogni dei singoli e di ciascuna Nazione”. Di certo “un forte stimolo alla partenza dei lavori di questa importante Assemblea che vedrà partecipare, nelle sessioni plenarie, ben 433 membri” è stato dato dalla necessità di fare fronte comune nel combattere un virus che ha invaso ogni Paese “abbattendo in un sol colpo i confini e gli egoismi nazionali” e “sollecitando per la prima volta un piano finanziario comune per ricostruire il tessuto economico europeo”. In merito Paola Severino evidenzia come, indipendentemente dall’ampiezza che si vorrà o potrà dare al perimetro della Conferenza sul futuro dell’Europa, essa “consentirà a ciascuno di far giungere la propria voce a Strasburgo attraverso il proprio rappresentante nazionale”.
La Vice Presidente dell’Università Luiss è stata nominata rappresentante dei cittadini italiani nella Conferenza: “Credo profondamente nella utilità di stimolare una riflessione della società civile su questo importantissimo tema. Si tratta infatti di un profondo esercizio di democrazia, cui si può partecipare facilmente ed efficacemente attraverso una piattaforma digitale che consente ad ogni abitante dei 27 Paesi dell’Unione di esprimersi direttamente nella propria lingua. Lo strumento dunque c’è ed esalta tutte le potenzialità di una comunicazione digitale cui ormai il lockdown ci ha abituato, dando accesso a quasi tutte le fasce sociali”. Perché possa essere considerato efficace, secondo Paola Severino, sono necessarie altre componenti: innanzitutto “una comunicazione più ampia e penetrante di quella che è stata finora data, il giorno di inaugurazione della Conferenza, solo grazie ad alcune testate giornalistiche più sensibili al tema”. In secondo luogo “uno stimolo informativo capillare, a tutte le componenti della società, magari ordinate per categorie, in modo che alla piattaforma giunga un input ordinato, che faciliti un output catalogabile, comparabile, misurabile da parte dell’Assemblea che ne sarà destinataria”: in questo modo sarà messa in grado di “enucleare proposte concrete, incentivando innovazioni volte a rafforzare lo spazio democratico europeo ed a promuovere un migliore funzionamento delle Istituzioni europee”. Fondamentale inoltre “una governance della Conferenza che assicuri la co-titolarità delle procedure tra Istituzioni nazionali ed europee, la trasparenza delle procedure, la rilevanza dei risultati”: solo così sarà possibile fare in modo che “un esercizio consultivo sfoci in un risultato deliberativo condiviso a livello transnazionale”.
Per maggiori informazioni: https://www.repubblica.it/commenti/2021/06/28/news/se_l_europa_sia_apre_alla_societa_civile-307950446/