Confermata l’integrazione con la controllata verde Non cambierà la politica dei dividendi. Borsa fredda
IL PIANO
LONDRA La fusione si farà. E se tutto andrà secondi i piani Enel, l’integrazione del braccio delle energie rinnovabili, Enel Green Power, porterà l’azionista Tesoro sotto la soglia cruciale del 25% (dal 25,5% al 23,5%). Il vantaggio sarà di avere un gruppo che “accelera la crescita dell’Ebitda” (da 6,7 a 7,2 miliardi, a un ritmo del 4% all’anno), concentra gli investimenti nelle energie pulite (le risorse per la crescita aumentano di 2,7 miliardi a 17 miliardi) e ha meno margini da dividere con le minoranze, visto che da Egp dipende più del 50% della crescita di Ebitda del piano. Del resto, la crisi della domanda globale, la frenata dell’America Latina con tanto di svalutazione delle monete e i prezzi dell’energia in calo, richiedevano uno sforzo “di efficienza” (1,8 miliardi i risparmi) e “flessibilità”. A senitre il numero uno di Enel, Francesco Starace.
In merito ai dettagli dell’integrazione con Egp, al vaglio delle assemblee l’11 gennaio 2016, sulla carta c’è un tetto da 300 milioni per il diritto di recesso. Ma se sarà restituito oltre il 3,4% del capitale Egp (168,5 milioni di titoli) al prezzo di recesso di 1,78 euro, Enel “deciderà il da farsi”. Dall’adesione al recesso dipenderà anche la diluizione della quota del Tesoro, considerato il concambio di 0,486 azioni Enel per ciascuna azione Egp.
Finora era sufficiente il 25,1% per mantenere il potere decisionale nel gruppo visti i vincoli previsti dalla legge sulle privatizzazioni (la 474 del 1994). La clausola di garanzia che blinda la società e limita al 3% la partecipazione massima degli azionisti privati può essere rimossa attraverso una modifica dello statuto, impossibile fintanto che il Tesoro è sopra il 25%. Eppure il tema non sembra sfiorare più di tanto Francesco Starace. “L’integrazione è strategica per il gruppo”. Quanto alla quota del Tesoro, anche se ammette di considerare la soglia del 25% “più psicologica che reale”. Confermata nel piano la generosa politica dei dividendi, sebbene ieri la Borsa non abbia apprezzato, visto che il titolo ha lasciato sul campo il 2,9% (Enel Gp, che fatalmente sarà delistata, ha archiviato la giornata con una perdita del 3,4%).
FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Roberta Amoruso