Economia

Disney chiuderà i punti vendita italiani: a rischio oltre 200 dipendenti

Una favola senza lieto fine: Disney ha comunicato la chiusura degli store italiani lasciando oltre 200 lavoratori nell’incertezza più totale. 

Il colosso americano specializzato nella vendita di prodotti Disney (quali abbigliamento, giocattoli e gadget) chiuderà, entro la fine dell’anno, i 15 punti vendita italiani. Lo scorso 3 marzo l’azienda ha annunciato la decisione di “ridurre in modo significativo i negozi Disney” per puntare sulle vendite online chiudendo almeno 60 stores presenti in Nord America: “Le abitudini dei consumatori si sono spostate sullo shopping online e allo stesso tempo la pandemia ha cambiato quello che i consumatori si aspettano da un rivenditore”, si legge nella nota ufficiale. “Ora abbiamo in programma di creare un’esperienza di e-commerce più flessibile e interconnessa che offra ai consumatori un facile accesso a prodotti unici e di alta qualità in tutti i nostri franchising”. 

La decisione presa dalla catena internazionale, e comunicata alle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che si sono immediatamente mobilitate, ha fatto discutere. “Più di 230 i dipendenti occupati nei circa 15 punti vendita, sono ora con il fiato sospeso per la terribile e inaspettata notizia, peraltro arrivata a cose fatte, con la messa in liquidazione della società avvenuta il 19 maggio scorso”, dichiarano i sindacati. “Dopo l’emergenza sanitaria e le tante restrizioni, i periodi di cassa integrazione alternati a periodi di lavoro non certo brillanti, dopo l’anno più difficile, ora più di 230 famiglie dovranno affrontare un’ulteriore fase difficile e piena di incertezza”. A quanto pare la compagnia avrebbe deciso di abbassare le serrande non solo in Italia, ma in Europa in generale e anche in Canada. 

“Una decisione grave – continuano i sindacati – di un marchio importante, punto di riferimento in molti centri storici per adulti e bambini, che ha comunicato la decisione senza dare nessuna prospettiva o avanzare proposte per la tutela occupazionale”. Le organizzazioni sindacali, insieme ai lavoratori, hanno convocato un’assemblea unitaria programmata per martedì 25 maggio: questo primo incontro permetterà di confrontarsi “sulle iniziative di lotta da mettere in campo”. 

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