Kodak
Aziende

Kodak dalla fotografia ai farmaci: crisi per il colosso di Rochester

Nel panorama industriale contemporaneo, poche storie raccontano meglio i capricci del destino aziendale quanto quella di Eastman Kodak. L’azienda che nel 1880 George Eastman lanciò nel mondo, trasformando la fotografia da privilegio elitario in passione popolare attraverso le iconiche Brownie e Instamatic, oggi naviga in acque agitate. Con 155 milioni di dollari nelle casse (di cui appena 70 milioni sul territorio americano) al 30 giugno, il colosso di Rochester affronta l’ennesimo bivio della sua esistenza ultracentenaria. Paradossalmente, mentre completa la costruzione di un nuovo stabilimento farmaceutico – simbolo di una metamorfosi industriale che dovrebbe vedere la luce entro dicembre – l’ombra dell’incertezza finanziaria si allunga minacciosa sui prossimi dodici mesi.

La matematica spietata dei bilanci rivela una realtà cruda: obbligazioni in scadenza senza copertura garantita. Come un documento aziendale ammette senza giri di parole, esistono “dubbi sostanziali sulla capacità di Kodak di continuare a operare” dato che l’impresa “ha debiti in scadenza entro 12 mesi e non ha finanziamenti impegnati né liquidità disponibile per far fronte a tali debiti”. Tuttavia, martedì 12 agosto, la dirigenza ha voluto stemperare gli allarmi, definendo questa dichiarazione sulla continuità aziendale una mera formalità burocratica, un adempimento normativo obbligatorio. David Bullwinkle, direttore finanziario, ha persino fissato una scadenza ottimistica: entro venerdì dovrebbe emergere la strategia per onorare tutti gli impegni verso i pensionati, completando la conversione del piano entro l’anno.

Eppure, dietro questa facciata di controllo si nasconde una saga di declino e rinascita che affonda le radici in decenni di trasformazioni epocali. Il Giappone prima, la rivoluzione digitale poi, hanno eroso le fondamenta di un impero costruito sulla pellicola. Il 2012 segnò il capitolo più buio: bancarotta, dismissioni massive, la vendita di brevetti e attività storiche, la chiusura definitiva della divisione fotografica che aveva reso Kodak leggendaria. Un anno dopo, l’uscita dal tribunale fallimentare aprì un nuovo capitolo: non più gigante della fotografia, ma realtà snella concentrata su stampa commerciale e packaging. Ora, l’ultimo azzardo: la produzione di farmaci regolamentati, con materie prime già in lavorazione e la speranza che la reinvenzione possa riscrivere ancora una volta il destino di questa fenice industriale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

due + sedici =