Trent’anni fa, la storia della Cobet iniziava in un modesto box a Vilminore, un punto di partenza che oggi sembra quasi una favola. Costantino Bettoni, il fondatore e attuale patron dell’azienda, ha trasformato quella piccola iniziativa in una realtà economica robusta, con un organico di 40 dipendenti e una portata di commesse che sfiora i 30 milioni di euro. La sua avventura imprenditoriale è un esempio illuminante di determinazione e capacità di innovazione nell’ambito dell’edilizia.
Nato nel 1999, l’azienda si è inizialmente concentrata su semplici lavori di costruzione. Bettoni ricorda con orgoglio il valore di quella prima commessa, che all’epoca ammontava a cento milioni di lire, l’equivalente dei moderni 50 mila euro. Con il passare degli anni, Cobet ha saputo adattarsi e ampliare il proprio campo d’azione, entrando nel settore dell’edilizia idroelettrica e industriale. Questa diversificazione ha portato a una crescita esponenziale: il fatturato è passato da 4 milioni di euro nel periodo post-Covid a ben 22 milioni nell’ultima annata, accompagnato da nuove opportunità e sfide.
L’inaugurazione del nuovo quartier generale a Esine, avvenuta il 21 settembre, segna un capitolo cruciale nella storia dell’azienda. Su un terreno precedentemente dismesso, un edificio di oltre 12 mila metri quadrati combina uffici e magazzini, rispondendo così alle esigenze di un mercato sempre più competitivo. Bettoni, descritto come un vero self-made man, continua a preferire il cantiere, il suo “habitat naturale”, dove trova la massima soddisfazione nel risolvere problemi complessi.
Cobet si distingue anche per la sua capacità di affrontare progetti di grande complessità. Tra queste, la realizzazione della Centrale Idroelettrica Edison a Palestro, dove l’azienda ha contribuito alla produzione di energia sufficiente per alimentare 4.500 famiglie, dimostrando un impegno concreto nella sostenibilità ambientale attraverso la riduzione delle emissioni di CO2. Inoltre, la presenza di Cobet nell’associazione temporanea di imprese per la costruzione della futura Arena di Cantù sottolinea ulteriormente la sua versatilità e la capacità di operare in vari ambiti.
Un aspetto significativo della Cobet è il ricambio generazionale. Costantino Bettoni è supportato dai suoi tre figli, Rosanna, Mattia e Marta, che ricoprono ruoli strategici nell’azienda. Questo entusiasmo condiviso rappresenta un prezioso capitale umano per il futuro dell’impresa.