Secondo recenti stime di Alinea Analytics, Valve si conferma tra le aziende più performanti a livello globale. La sola piattaforma Steam avrebbe prodotto finora ricavi pari a 16,2 miliardi di dollari, mentre alcune proiezioni indicano che l’intero gruppo potrebbe toccare i 17 miliardi entro la fine dell’anno. Un dato particolarmente sorprendente riguarda però l’organico: tra il 2012 e il 2021, la società di Gabe Newell avrebbe mantenuto una media di circa 350 dipendenti, senza segnali di un’espansione significativa negli anni più recenti.
Una semplice operazione aritmetica mostra che, in media, ciascun dipendente di Valve avrebbe generato circa 50 milioni di dollari di ricavi. I dati, sebbene ufficiosi, difficilmente potranno essere confermati ufficialmente, dato che Valve non è una società quotata e non è tenuta a pubblicare bilanci. Le stime derivano da report di analisti e documenti trapelati, che risultano coerenti con altre fonti: ad esempio, nel 2021 lo studio indipendente Wolfire, citando Valve in tribunale, indicava circa 360 dipendenti.
Valve stessa riconosce questo primato, come evidenziato nel suo manuale per i nuovi assunti: “La nostra redditività per dipendente è più alta di Google, Amazon e Microsoft, e la cosa giusta da fare è reinvestire il più possibile negli stessi dipendenti”. I dati lo confermano: secondo informazioni trapelate, l’azienda avrebbe destinato circa 450 milioni di dollari ai salari, con una media superiore a 1,3 milioni per dipendente.
L’influenza di Valve sull’industria videoludica è straordinaria: oltre a Steam, che rappresenta il principale marketplace per i giocatori PC, i titoli sviluppati dall’azienda, seppur pochi, hanno segnato la storia del gaming, da Counter-Strike a Dota 2, passando per Half-Life, Portal e Left 4 Dead. Negli ultimi anni Valve ha rilanciato il PC gaming portatile con Steam Deck, e la Steam Machine, prevista per il 2026, si propone di stimolare nuovamente la competizione nel mercato delle console tradizionali.

