L’Amministratore Delegato di F2i – Fondi italiani per le infrastrutture SGR ha di recente rilasciato un’intervista al quotidiano economico-finanziario Il Sole 24 Ore in merito all’OPA lanciata da F2i e Mediaset attraverso 2i Towers su EI Towers, la società delle torri televisive attualmente controllata dalla stessa Mediaset con una quota del 40%.
L’OPA, condizionata al raggiungimento del 90% del capitale, ha preso avvio il 27 agosto per concludersi orientativamente il 5 ottobre. Secondo quanto preannunciato dallo stesso vertice di F2i, l’obiettivo è il delisting di EI Towers, per poi procedere con maggiore flessibilità e velocità nello sviluppo di un percorso di crescita per la società. In un periodo successivo, ha anticipato Ravanelli, la società potrebbe tornare in Borsa, ma radicalmente trasformata da una valorizzazione delle sue competenze.
A conclusione dell’OPA, in particolare, F2i prevede di indicare 7 consiglieri d’amministrazione su 10, tra cui Presidente e Amministratore Delegato, mentre Mediaset punterebbe ad uscire gradualmente dal business delle infrastrutture per concentrarsi sui contenuti.
Nel settore delle torri, ha ricordato Renato Ravanelli, è attualmente in atto un percorso di deverticalizzazione che prevede la separazione dei servizi dalle infrastrutture, portando nello stesso tempo ad aggregazioni infrastrutturali e al miglioramento dei servizi sia a livello nazionale che europeo.
Una partita importante sarà giocata sul fronte delle frequenze a 700 mhz dove, con il rilascio di frequenze dall’emittenza televisiva alla telefonia mobile si porrà, secondo Ravanelli, il tema della realizzazione di investimenti finalizzati a garantire una qualità del segnale televisivo almeno pari a quella attuale.
Secondo l’AD di F2i, inoltre, per una questione di razionalità economica, l’esistenza di due reti di trasmissione televisiva andrà superata. Ravanelli evidenzia come nel Regno Unito la questione, che attualmente rappresenta un’anomalia italiana, sia già stata affrontata con la creazione di un unico operatore privato e di un Authority che definisce i criteri d’accesso e di qualità del servizio erogato.
In generale, Ravanelli ritiene che l’importante sia valutare “operazioni industriali che aumentino le dimensioni di scala, riducano le duplicazioni e incrementino l’efficienza”. Il numero uno di F2i evidenzia inoltre l’importanza di avere operatori indipendenti a controllo italiano in un settore strategico per il Paese.
Nel mese di settembre, F2i chiuderà con una raccolta di 3,6 miliardi di euro la raccolta del suo Terzo Fondo, del quale a giugno risultava investito già un 62% delle risorse. Una prova, secondo Ravanelli, che “il Paese è ancora attraente”.
“Riusciamo a portare in Italia capitali esteri, investitori internazionali di lungo periodo che rappresentano circa la metà del nostro terzo fondo”, ha aggiunto il vertice del fondo infrastrutturale.
L’intervista a Renato Ravanelli, AD di F2i è consultabile al seguente collegamento: