Che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenti un’occasione storica per il rilancio del Paese è ormai assodato. Grazie alle ingenti risorse messe in campo dall’Unione Europea, l’Italia potrebbe avere i mezzi per superare la crisi scaturita dal Covid-19 e avviare una crescita sostenibile e soprattutto duratura. Il condizionale tuttavia è d’obbligo. Al momento sono diversi i ritardi segnalati sulla messa a terra dei programmi. L’allarme, lanciato pochi giorni fa dal Presidente dell’Anci Antonio Decaro, riguarda in particolare le Amministrazioni locali. La maggioranza dei Comuni di piccole dimensioni al momento non è ancora riuscita a gestire efficacemente tutte le procedure previste per la presentazione dei progetti legati al Piano. Un fenomeno che colpisce soprattutto i territori del Sud Italia. Sul tema è intervenuto Davide D’Arcangelo. Vice Presidente di Impatta e fondatore del club deal investor Next4, oltre ad essere un esperto di Innovazione e cluster tecnologici, vanta anche una lunga esperienza nel supporto agli enti locali. “Il ritardo segnalato dall’Anci sui progetti del Pnrr, in particolare nel Mezzogiorno, è un tema che le istituzioni dovranno affrontare al più presto – ha dichiarato – La mancanza di personale, la burocrazia che ruota intorno alle assunzioni stanno diventando un freno che può essere eliminato solo grazie ad una virtuosa alleanza tra pubblico e privato”. Per sfruttare al meglio le potenzialità del Piano è necessario risolvere una volta per tutte i problemi, ormai atavici, della burocrazia italiana. “Il Pnrr è un trampolino verso l’ammodernamento della Pa – ha aggiunto Davide D’Arcangelo – che, oggi, deve optare per nuovi paradigmi organizzativi inserendo l’innovazione nel management della cosa pubblica attraverso il coinvolgimento di figure altamente specializzate e con competenze trasversali, come il Public Innovation Manager. Non farlo significa perdere definitivamente il treno della ripartenza”.
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