Gianpietro Benedetti
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Gianpietro Benedetti: Gruppo Danieli, Saipem e Leonardo insieme per dare nuova vita all’Ilva di Taranto

Durante una recente intervista rilasciata a Class CNBC, il Presidente Gianpietro Benedetti ha rivelato qualche dettaglio sul progetto per rilanciare l’ex Ilva di Taranto, che vedrebbe la collaborazione di Gruppo Danieli, Leonardo e Saipem. Per il momento si tratta solo di idee, dato che il consorzio dovrebbe dapprima vincere la gara d’appalto a cui parteciperanno altri concorrenti, tra cui Fincantieri con Paul Wurth, ma le parti interessate sono già all’opera per un piano che dia finalmente un risvolto green all’impianto siderurgico. Dopo che il Consiglio di Stato ha deciso di bocciare la sentenza Tar, vietando quindi lo spegnimento dell’area a caldo dello stabilimento, si attende di sapere chi sarà alla guida della transizione ecologica che interesserà gli impianti di quella che ormai porta il nome di Acciaierie d’Italia. Se quest’ultima ha recentemente comunicato che a breve presenterà un proprio piano realizzato con Fincantieri e Paul Wurth, Gianpietro Benedetti continua a sottolineare l’interesse di Gruppo Danieli di prendere parte a quest’enorme progetto: “Da cinque anni facciamo studi per Taranto: conosciamo bene la situazione e il nostro piano è pronto”, ha affermato il Presidente, chiarendo ovviamente che “un progetto di queste dimensioni richiede una gara d’appalto con almeno due o tre concorrenti per valutare sia gli aspetti tecnologici sia quelli d’investimento e competitività, dopo di che l’ordine può essere assegnato”. Relativamente ai tempi necessari per tutto il processo, il Presidente spiega che l’iter potrebbe durare all’incirca otto mesi, a partire dalla pubblicazione della gara d’appalto e dopo aver fatto tutte le valutazioni necessarie. A conti fatti quindi, gli ordini potrebbero essere assegnati durante il primo trimestre del 2022, dopodiché inizieranno i lavori. Per la durata si prevedono invece circa tre anni e mezzo. Entrando nel merito di cosa e come si dovrebbe fare per realizzare un impianto all’avanguardia che rispetti i requisiti ambientali, Gianpietro Benedetti non ha dubbi sul fatto che per fare acciaio bisogna prima di tutto “cambiare mentalità, produrre in modo moderno”. Per il Presidente è necessario mettere in pratica un “progetto complessivo sulla decarbonizzazione che non è solo il passaggio al forno elettrico. Bisogna considerare una serie di fasi all’interno dello stabilimento, una lavorazione più diretta dei materiali che salti delle fasi e di conseguenza riduca i consumi”. Oltre a rispettare gli standard europei, si potrebbero effettuare dei cambiamenti ad alcune fasi della lavorazione che avrebbero risvolti positivi dal punto di vista di riduzione delle emissioni, come ad esempio la possibilità di coprire i trasportatori. Questo tipo di modifiche potrebbe riuscire a ridurre di un 30-40% le emissioni di anidride carbonica. Gianpietro Benedetti infine prova ad illustrare i ruoli che gli altri due agenti del consorzio avrebbero nel progetto: “Saipem si troverebbe a gestire circa il 60% del valore d’investimento. Una parte rilevante è l’impianto tecnologico, l’automazione, il 4.0, l’intelligenza artificiale che andremmo ad applicare negli impianti e da lì nasce la collaborazione con Leonardo. Poi c’è la parte altrettanto delicata della realizzazione delle opere civili, dei capannoni e del montaggio. Ognuno apporta le proprie competenze”.

Per maggiori informazioni:

https://www.milanofinanza.it/news/nuovo-patto-d-acciaio-202106252039548618

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