Il Decreto flussi approvato dal Consiglio dei Ministri ha destato poco interesse rispetto alla tragedia di Cutro e alle condizioni disumane dei migranti nel Mediterraneo, ha esordito Giampiero Catone nel suo editoriale pubblicato recentemente su “La Discussione”.
Il capitolo lavoro degli immigrati, sottolinea il giornalista, è di particolare interesse per l’Italia e per le imprese di ogni settore, soprattutto in agricoltura e turismo dove si riscontra una profonda carenza di manodopera. L’approvazione del Decreto flussi è un passo avanti per coprire il vuoto di manodopera e di maestranze che hanno un effetto negativo sull’intero comparto produttivo del Paese. In particolare, il recente Decreto prevede semplificazioni e accelerazioni delle procedure di rilascio del nulla osta al lavoro per gli immigrati.
Inoltre, viene concesso l’ingresso extra quote di chi ha completato nel proprio Paese un corso di formazione professionale e civico-linguistica promosso dal Ministero del Lavoro. La durata del permesso di soggiorno in rinnovo viene estesa a tre anni e verrà rilasciata l’apposita asseverazione che il datore è tenuto a produrre insieme alla richiesta di assunzione del lavoratore straniero. Tuttavia, le istanze presentate dalle associazioni di categoria più rappresentative non devono presentare l’asseverazione, ma si impegnano a garantire il rispetto delle prescrizioni contrattuali.
Il Piano Mattei di Giorgia Meloni, si legge ancora, va in questa direzione, ovvero creare flussi regolari in sinergia con i Paesi nordafricani per fornire manodopera qualificata e garantire il rispetto delle prescrizioni contrattuali. L’Ispettorato del lavoro, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, può effettuare controlli a campione, evitando quindi l’insorgere di “casi di malaffare sulla pelle delle maestranze migrate e assunte”, spiega Giampiero Catone.
Il Piano Mattei, ispirato al fondatore di Eni Enrico Mattei, è un progetto inclusivo che mira a fornire un sostegno ai migranti in Italia e a creare nuove opportunità per l’ingresso regolare per lavoro. Il Presidente del Consiglio ha fatto della cooperazione con i Paesi del Mediterraneo e dell’Africa una priorità per il suo Governo, come dimostra il suo primo viaggio istituzionale in Algeria e la successiva visita in Libia. Nel suo discorso d’insediamento alla Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio ha definito il Piano Mattei per l’Africa e il Mediterraneo come “un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane, anche per contrastare il preoccupante dilagare del radicalismo islamista, soprattutto nell’area sub-sahariana. Ci piacerebbe così recuperare, dopo anni in cui si è preferito indietreggiare, il nostro ruolo strategico nel Mediterraneo”.
Il piano, sottolinea Giampiero Catone, rappresenta due aspetti importanti del ruolo dell’Italia: uno geo-politico e l’altro basato sull’inclusione e il sostegno ai migranti. Il primo aspetto mira a recuperare una sinergia con i Paesi del Mediterraneo e dell’Africa, con i quali l’Italia ha stretto rapporti commerciali ma anche relazioni più intense. Il secondo aspetto, invece, mira a fornire un sostegno concreto ai migranti, permettendo loro di apprendere e realizzare un lavoro. Questo percorso di inclusione e sostegno rappresenta una possibile soluzione al fenomeno della tratta delle persone, promuovendo relazioni virtuose e utili. “Un obiettivo – conclude Giampiero Catone – in onore della memoria delle tante vittime innocenti dei naufragi e di riscatto delle desolanti ingiustizie umane”.
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