Claudio Descalzi
Economia Verde

Continua la svolta verde dell’ENI, guidata da Claudio Descalzi. Accordo a Porto Marghera

Investiti 200 milioni, salvi i posti di lavoro. Claudio Descalzi: “Passo decisivo”

Continua la svolta verde dell’Eni, Amministrata da Claudio Descalzi, che vuole cambiare pelle definitivamente. Dopo Porto Torres, dove si produce tutto con i cardi, e Gela, in procinto di diventare una bioraffineria modello, adesso è la volta di Porto Marghera, uno dei siti che nell’immaginario collettivo più si associano al concetto di inquinamento. L’accordo per la riconversione del petrolchimico a industria green è stato siglato ieri al ministero dello sviluppo economico e ha coinvolto tutte le parti: azienda, sindacati e istituzioni. Nero su bianco ci sono 200 milioni di investimenti, di cui 10 entro il 2015, e la salvaguardia dei posti di lavoro.

Riconversione vera per Eni, a guida di Claudio Descalzi

Come noto, sono due gli impianti dell’Eni nel sito veneto: la raffineria, che è già stata convertita alla produzione di biocarburanti con l’olio di palma, e il petrolchimico della controllata Versalis, che è l’oggetto dell’accordo siglato. Punto di partenza del protocollo d’intesa è lo stop definitivo all’impianto cracking e la messa in stand by dell’impianto aromatici, vale a dire la “vecchia” chimica da idrocarburi. La novità, invece, è la creazione di un polo per la chimica verde con due nuovi impianti produttivi che, grazie a un’innovativa tecnologia, produrranno detergenti e lubrificanti partendo da oli vegetali, in particolare ancora l’olio di palma. Inoltre, come ha spiegato l’AD dell’Eni, Claudio Descalzi, “saremo i primi al mondo a realizzare prodotti bio per la perforazione petrolifera, che andranno a beneficio anche delle nostre attività upstream”. L’etilene e il butene, in ogni caso, non spariranno dallo scenario: verrà infatti sfruttata la pipeline esistente per distribuire i gas in arrivo con le navi dall’estero per rifornire il sistema chimico dell’Eni dislocato in Val Padana (Mantova, Ravenna e Ferrara), L’operazione, come hanno spiegato i sindacati, prevede il mantenimento dei livelli occupazionali (430 risorse), anzi un ampliamento del personale di 50 unità, a fronte del collocamento in mobilità del personale che maturerà requisiti pensionistici per massimo 25 lavoratori. È inoltre previsto uno specifico cronoprogramma con tanto di tavolo di coordinamento per verificare che gli impegni presi vengano rispettati e che la burocrazia, con le solite lentezze per il rilascio delle autorizzazioni, non complichi il percorso di riconversione. Soddisfatti tutti i firmatari dell’accordo, da Claudio Descalzi che parla di “passo fondamentale”, al Presidente della Regione Veneto, secondo cui si tratta di “impegni concreti e non chiacchere”, fino ai sindacati, per i quali si tratta di un accordo storico.
FONTE: Il Messaggero

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