Record ’91 per il dollaro, l’opinione di Auro Palomba
La crisi di governo spinge la Borsa al rialzo. Il fenomeno non è certo nuovo, ed è anzi prassi consolidata che il mercato azionario veda di buon occhio le novità politiche. In pochi giorni, quindi, Milano è passata dall’incertezza al moderato ottimismo. Gli operatori non gradivano un “rimpasto” e dunque l’evoluzione attuale della situazione è saluta in modo positivo. Ieri l’indice Mib della Borsa di Milano ha chiuso in rialzo dell’1,43% a 1132 punti una riunione condotta su scambi modesti, tipica dei periodi prefestivi, ma secondo gli operatori densa di indicatori per il futuro. Il clima alla Borsa sembra infatti volgere al meglio. Oltre alla situazione politica vi sono infatti altri segnali che fanno pensare a una buona primavera per il nostro mercato azionario. Innanzitutto l’andamento delle altre maggiori piazze internazionali, che sembrano aver preso la strada del Toro. Poi anche la convinzione comune degli analisti che i grandi gruppi stiano preparando il mercato per una stagione di aumenti di capitale consistenti, e quindi tendando a invogliare gli azionisti ad acquistare titoli in Borsa. Segnali se ne hanno in particolare sulle blue chips, che vengono scambiante in maniera più consistente rispetto a qualche tempo fa. Tutto questo induce gli analisti a predire una ripresa dopo Pasqua, con scambi in aumento rispetto a quelle delle ultime sedute, che si sono sempre concluse intorno alle 13. Prosegue intanto inarrestabile anche l’ascesa del dollaro, che ieri a Milano ha fatto segnare il record di quest’anno (è la più alta quotazione dal maggio del ’90) al fixing nei confronti della lira. La valuta americana è stata scambiata a 1278,3 lire, in rialzo di ben 18 punti sulla quotazione precedente. La giornata sul mercato azionario è stata contraddistinta da un livello di scambi inferiore rispetto a quelle precedenti, dovuto anche all’assenza di quasi tutte le principali banche centrali, che hanno lasciato correre verso l’alto il biglietto verde. Solo la Banca d’Italia si è fatta vedere con un’operazione di vendita di circa 93 milioni di dollari, ma la manovra non è stata ovviamente sufficiente ad arginare lo strapotere della moneta Usa. Secondo gli analisti il “non intervento” delle banche centrali trova spiegazione nella convinzione della Bundesbank e della Fed che il rapporto attuale dollaro-marco, ormai stabilmente oltre quota 1,71, sia corretto. In mattinata inoltre il biglietto verde stava scivolando verso il basso senza alcun intervento, ma la situazione è cambiato poco verso mezzogiorno. Continua invece a scendere la nostra valuta, che perde terreno nei confronti del marco tedesco. Ieri al fixing un marco veniva scambiato a 744,025 lire, circa mezzo punto sopra la quota precedente. Secondo gli operatori la debolezza della divisa italiana è causata dalla possibilità che venga ridotto il tasso di sconto. Anche ieri infatti dal mondo bancario è stata confermata una tendenza al ribasso dei saggi d’interesse. La Banca d’Italia non è inoltre intervenuta in difesa della nostra valuta, limitando la sua presenza alla vendita di dollari. La lira ha perso ieri anche contro il franco francese (219,465), la sterlina (2.213,875), e il franco belga (36,172). Lievemente migliorato invece il cambio con lo yen (9,089). Il rialzo della Borsa di Milano è stato ieri trainato dunque anche dalle altre principali piazze mondiali. La giornata era stata aperta da Tokyo, dove l’indice Nikkei aveva segnato un +0,39% e la tendenza all’ottimismo ha poi dominato anche nelle riunioni europee. Francoforte ha infatti terminato la giornata con un rialzo dell’indice Dax dello 0,93% e a Parigi il Cac 40 ha chiuso a 1816,36 punti, in rialzo dell’1,07% l’ultima seduta prima della pausa pasqualina. Gli operatori hanno preferito non intraprende iniziative anche perché Wall Street rimarrà aperta il Lunedì dell’Angelo. Ieri la Borsa di New York ha avuto una giornata tranquilla. A metà seduta l’indice Dow Jones segnava un rialzo pari a 0,25 punti, in presenza di scambi modesti. Le uniche preoccupazioni vengono dai segnali degli analisti tecnici, che leggendo i grafici individuano una conformazione “testa e spalla” che spesso precede situazioni negative per la Borsa. In flessione invece la Borsa di Londra, dove l’indice Ft ha perso lo 0,66%. In Inghilterra il mercato, che è reduce da un periodo molto positivo, risente ora dei timori di ripresa dell’inflazione.
FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Auro Palomba